(In)soddisfatto


Dopo una (im)preparazione per correre una maratona, non si può che essere (in)soddisfatti del risultato.
Ho letto un resoconto magnifico dell'amico Maurizio_poderoso, sulla sua splendida impresa in quel di Treviso (sua e di tanti altri: Marco_ilmara e Andrea_m su tutti), in cui paragona la sua gara ad una partita a carte con la regina di cuori-maratona: bellissimo!
Ed ecco la mia profonda invidia, io che non ho avuto mai buone mani, jolly e sorte a favore, che non so bluffare, che non posso osare e volare.
Dopo un periodo di anni di preparazioni durissime - in cui non ho raccolto altro che delusioni e infortuni - la vita mi ha presentato il conto (secondo me davvero troppo salato e ingiusto) ed ho ridimensionato tutto, corsa compresa.
Mi rimane la gioia di potermi alzare dal letto e correre, mi dico che ci sono tanti che non hanno questa gioia e per questo non posso lamentarmi. L'invidia è il sentimento di chi tenta e non ce la fa (o di chi non tenta affatto).
Domenica ho fatto l'ultimo - e unico - lunghissimo della preparazione per Roma 2014; dopo tutti i casini di salute di questi mesi è stato già un piccolo miracolo averlo fatto!
Devo ammettere che non ne avevo davvero voglia: fino alla sera precedente il pensiero era fisso sui dolori, identici a 6 mesi fa, non risolti nonostante terapie&dottori, accompagnati dai dolori nuovi allo stomaco, alla nausea e alle vertigini.
L'idea di non correre, di lasciar perdere, di non tentare la sorte ed evitare di stare male, era fortissima ma il soldatino/guerriero fedele è partito lo stesso.
Seguo inconsciamente il consiglio della Maury e vado piano: l'idea era di partire più piano del dovuto ma non così tanto piano! Solo che già dai primi km capisco di non averne nelle gambe e nella testa dunque lascio che l'unico metronomo sia l'affanno, da tenere sotto i livelli di guardia. Mi prometto uno stop (definitivo?) non appena mi sento male e, sotto sotto, spero in qualunque evento mi faccia tornare a casa prima, pioggia, troppo freddo, troppo caldo... In effetti fa troppo caldo, sono partito con la giacca impermeabile perché pioveva ma adesso si affaccia un riverbero solare mai visto negli ultimi mesi. Vabbè mi lego la giacca in vita tanto io di stile non ne ho mai avuto.
Al km 15 le mie gambe decidono di rallentare, lo faranno a step anche al km 20 e 25: mi domando cosa corro a fare così, però noto anche con piacere che sto ancora correndo, anche se definirla corsa è abbastanza insultante. Comunque sia, mi trovo ad inseguire il sole come una lucertola (quanto ho voglia di primavera e di calore sulla pelle!) ed ogni km che vibra sul garmin lascia sul mio volto una smorfia che sembra un sorriso: "dai che sono 26, daje che sono 27"...
I dolori al piede e agli adduttori sembrano gestibili e, soprattutto, non mi fa male lo stomaco, la panza, lo sterno, insomma respiro normalmente e questa è una conquista che solo 10 giorni fa sembrava inarrivabile.
Pochi metri dopo i 30km mi pianto e nel momento che smetto di correre mi rendo conto che i dolori alle gambe erano insopportabili, magie del cervello...
Penso che per oggi sia finita qui ma il tarlo della tabella mi sussurra che avrei dovuto fare altri 2/4 km.... Cammino fino alla fontanella, bevo e cammino ancora un po', al km 31 riprendo a correre e mi permetto addirittura due km alla tergat. Oddio visti i miei ritmi tergat e albanesi si staranno piegado in due dal ridere! Pazienza.
Fine: 33 km e non ce ne stanno altri! Mi chiedo come farò a passeggiare per i 9 km che mancano alla fine dei 42 fatidici... Il fatto di chiederselo implica già la risposta alla domanda: "ma la maratona la corro in queste condizioni?" :)
Insomma ci si prova, ci si proverà! Non voglio farmi del male, se sento che qualcosa non va, il ritiro stavolta è - e deve essere - un'opzione! Quasi non oso dire e scrivere "speriamo nel miracolo di una buona giornata" perché ho già detto che io non mi posso permettere di aggrapparmi alla fortuna, all'exploit, alla giornata dove tutto gira (che invidia, che invidia rosicante, maledetti runners belli e veloci!).
Conto solo sulla tenacia, incoscienza (stavolta ponderata, please!) e sulla voglia, e speriamo che aumentino da qui al 23 marzo! Speriamo solo che quel giorno lo stomaco se ne stia buonino buonino, almeno questo qualcuno lassù me lo deve!!!

Roma aspettami: Non mi è concesso più di relegarti i miei casini, mi butto dentro vada come vada!

Commenti

  1. Caro Marco, innanzitutto grazie per la citazione... devo però correggerti: la vera impresa non è quella che compiamo stabilendo un nuovo pb, ma quella che dimostri indossando canotta, calzoncino e scarpette da running quando la vita si mette un pò di traverso. Tu sei il CAMPIONE ed io verrò a sostenerti in prima persona (ma lo farebbero anche i mitici Poderoso e ilMara se stessero a Roma...!) alla Maratona del 23 marzo.
    Forza Marco, forza CAMPIONE!
    P.S:
    ... e poi 'sta maledetta sfiga passerà, cavolo!

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  2. Marco, a volte dimentico la bellezza della corsa e i motivi che mi fanno alzare alle 4:30 di mattina per andare ad allenarmi. Ma basta leggere la passione e la voglia che metti tu e tutto diventa chiaro.
    Mi fa altrettanto piacere però leggere della tua presa di coscienza che un eventuale ritiro può essere una valida opzione. Ma tanto già sappiamo che sarà una opzione molto remota. Sei davvero un grande. A Roma correrò con te.
    A presto

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  3. Andrea, Maurizio: grazie! È davvero considerazione apprezzata quanto immeritata la vostra.
    Felice di sapere che a Roma ci sarete anche voi: facciamo il possibile e impossibile per trovarci!

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  4. Forza Marco, spero riusciremo a incontrarci la mattina del raduno RF a Roma :)

    Gianluca (smiri11 RF)

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