A Katzo
Vivere a Sulbiate è croce e delizia: il è paese piccolo, la gente rantola, ed il metodo adottato nell'amministrazione pubblica - purtroppo simile a quello che usano in tanti - è il metodo che ha inventato il famoso professore finlandese sig. "Katzo".
A sentire quelli che ci vivono da molti anni, ogni occasione è buona per inscenare novelle degne di Romeo, Giulietta e "famiglie"...
In effetti sembra proprio che ogni questione sia propedeutica alla rissa tra Montecchi e Capuleti sulle sponde opposte di un fiume di anni di livori. Credo che spesso si faccia apposta, così l'argomento del contendere non importa più e viene facilmente accantonato... "Famo a chi grida de più"!
L'ultima arena sembra essere la via principale del paese, in questi mesi trasformata in suolo lunare dai lavori per le tubature dell'acqua e chissà cos'altro (gli amici di Teorema ne parlano meglio di me).
L'opposizione(i) getta il sasso ed apre un dibattito pubblico con raccolta di opinioni dai cittadini, l'amministrazione si scaglia contro gli insorti a suon di insulti. Fondamentalmente la tesi è la solita frittura mista che prevede che i lavori erano previsti discussi messi a bilancio alcune ere geologiche precedenti e non venite a dire che non vi va bene.
Ora, in tutto questo caos, le uniche certezze che io vedo quando mi arrabatto sullo scooter per non essere disarcionato in centro paese sono le seguenti:
- Hanno iniziato i lavori prima di Natale, è passata Pasqua e probabilmente arriverà ferragosto e saremo ancora in questo stato
- Hanno tranciato alberi perché non ci stavano e adesso progettano di rimetterne di nuovi...lasciarli no?
- Hanno pensato che sanpietrini e pavè sarebbero stati perfetti su una via di traffico anche pesante (ogni anno a rattoppare i buchi)
Tutto questo progetto, dice che è stato condiviso e sviscerato dal 2008, che ne siamo tutti informati, che se non lo siamo è perchè siamo comunisti, leghisti, 'isti, 'isti, brutti sporchi e cattivi.
E giù urla e strepiti...
Che il progetto sia valido o no, poco importa! Dal 2006 io di condivisione e comunicazione "efficace" sui progetti intrapresi anche a nome mio, non ne vedo.
Mi domando: all'alba del terzo millennio sarebbe tanto difficile per un comune di 4000 anime, prendere le email dei cittadini e mandare delle belle newsletter? magari due appuntamenti per un dibattito quando i progetti sono da approvare e non dopo!
In questo modo è semplice affermare che "tutti sanno, tutti partecipano, tutti decidono"...
Forse che a qualcuno conviene che le cose rimangano impantanate come stanno?
Chissà...
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