Marcia ridotta



Il respiro è affannato ma regolare, le spalle e il collo sono sciolti, le gambe girano bene. Gli svolazzini consentono di sentire i muscoli delle coscie che si gonfiano e si scaldano ogni volta che i piedi toccano terra slanciando verso un nuovo passo. Su una salita non troppo pesante si riesce a sentire completamente i propri muscoli tendersi e flettersi, le proprie vene che pompano sangue, la pelle che si contrae.
Una sensazione di potenza assoluta! O meglio, la sensazione è assoluta, la potenza è relativa: ognuno ci mette quella che può, ma la sensazione per chiunque è di essere un'auto in gara.
Io ho provato di nuovo questa sensazione per un breve tratto di un breve allenamento ormai due settimane fa, e non provavo qualcosa del genere da almeno un anno!
Vivo e mi continuo ad allenare per ritrovare questa sensazione. Aggiungo pochi metri alla volta e spesso ne tolgo, non potendo fare di meglio: da quando ho subito quello stop, non mi sono più ripreso. Tutto il mio corpo ha deciso che non può più fare quello che facevo, o cercavo di fare, prima. Ora non posso più mangiare o bere alcune cose (ovviamente le più golose), non posso più stressarmi molto, non posso più correre molto. Al momento superare i 10 km ogni qualche giorno significa stare male, quindi evito... Ma non demordo! Ricerco una stabilità da cui ripartire e nel medio periodo uno stare a galla tra il troppo e il troppo poco.
Per il resto, visite ed esami ne ho fatti in quantità e responsi non ce ne sono stati: approfondire è inutile e costoso - devo scegliere se usare soldi per fare esami su di me o su mia figlia quindi capirete per cosa opto - e poi... Non penso di voler sapere altro adesso.
Qualche giorno fa ho passato una piacevole serata con gli amici di Running Forum e in quel frangente ho pensato che a) mi manca il non poter seguire una tabella b) non mi manca la gara c) invidio le persone che non hanno i miei problemi (ma invidiare non è il termine giusto, mi dispiace non essere come loro parte di una "elite").
Credo che sia ingiusto quanto mi succede e che non ci sia nessuno con cui prendersela, cosa ancora più ingiusta: ogni volta che finisco di correre, se non sto male rivolgo un cenno stizzito al cielo. Tanto per dire "hey sono qui e per questa volta ti ho battuto, vai a farti fottere!"
È simbolico, anche perché poi capita di stare male più tardi, o il giorno dopo o l'allenamento successivo, non si scappa... Lassù, in fondo, non esiste nessuno quindi posso permettermi di trovare un maledettissimo capro espiatorio contro cui lottare e imprecare.

Commenti

  1. ..."Ma non demordo!"
    Riparti da qui, Marco, hai forza da grandissimo atleta e da grandissimo uomo, maledici, impreca, spacca, ma non mollare perché quella "sensazione di potenza assoluta" ti appartiene di diritto, la eserciti ogni giorno indossando le scarpe da running e sconfiggendo ciò che si frappone tra te e la felicità.
    Forza Marco!

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